Gatti by Shifra Horn

Gatti by Shifra Horn

autore:Shifra Horn [Horn, Shifra]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2019-10-31T23:00:00+00:00


Reginetto di bellezza

Come tutti i genitori orgogliosi della loro prole, anche noi siamo pronti a giurare che Sheeshee è il gatto più bello sulla faccia della Terra.

Veneriamo i suoi occhioni enormi, con la loro espressione tenera e umana, di un azzurro nelle cui profondità ci si può immergere, i suoi baffi dritti, il suo pelo serico e la mascherina scura da ladro che gli copre il muso. Le zampine marroni, poi, con il leggero strato di peluria che gli ricopre i cuscinetti dei piedi, ci fanno impazzire e ci spingono a comportarci in un modo così indecoroso che un osservatore esterno può pensare che abbiamo perso la ragione. Per via del nostro amore per lui, imparziale e incondizionato, adoriamo anche i suoi difetti, le sue unghie affilate che non si lasciano sfuggire l’occasione di piantarsi addosso a noi, al divano o al tappeto cinese per estrarne sistematicamente e diabolicamente ciuffi di lana azzurra.

Avremmo continuato a credere che in casa nostra ospitassimo uno straordinario capolavoro felino unico sulla faccia della Terra, se non ci fosse capitato quel concorso di gatti nel quale ci vennero sbattute in faccia, con un’assoluta mancanza di considerazione, in un’alienata lista protocollare, crudele e fredda, le mancanze estetiche dell’oggetto delle nostre cure, e, con un crudele tratto di penna rossa, questa bella e affascinante creatura era stata pubblicamente umiliata davanti a una folla di umani e di gatti.

Le cose erano andate in questo modo: il primo anno del nostro ritorno in Israele avevamo iscritto Sheeshee nell’elenco dei gatti domestici. Da quel momento si era scatenata contro di noi una catastrofe di decine di richieste telefoniche perché lo portassimo all’esposizione felina.

«Non ci sono molti gatti di razza himalayana in Israele», ci aveva spiegato Rakefet, l’organizzatrice. «Alla mostra potrete fare conoscenze e, chissà, magari gli combinerete un matrimonio adeguato».

L’idea di combinare un matrimonio non cadde in orecchie sorde all’argomento e così Sheeshee si ritrovò, alla fine del giorno semifestivo di Pesah, impacchettato in una gabbia da viaggio trasparente tutto lavato, pettinato, imbellettato, con le unghie limate, condotto in una macchina stipata alla volta di Tel Aviv come uno sposo sotto il baldacchino nuziale.

Il viaggio di quarantacinque minuti da Gerusalemme a Tel Aviv fu un incubo. Il gatto spaventato vomitò sporcandosi il pelo ben lavato e pettinato, poi fece pipì nella sua cuccia e finse di svenire, e infine, con la pelliccia impregnata di urina, giunse all’alloggio senza aria condizionata destinato ai gatti, situato tra il padiglione dei cani e l’esposizione dei cavalli di razza nei giardini della mostra.

Quel giorno, il primo in cui lo hamsin si abbatteva sulla città, l’aria era particolarmente incandescente e faceva stillare rivoli di sudore dai nostri corpi. L’impatto fu particolarmente duro per i gatti e in particolare per quelli di alto rango a pelo lungo, abituati a case con l’aria condizionata e pavimenti sui quali trovare refrigerio. Se ne stavano stesi intontiti nelle loro gabbie strette e i loro musi schiacciati riflettevano tutta la tristezza del mondo.

Come se non bastasse, eravamo stati messi nella



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